TERAPIA FISICA E RIABILITAZIONE

Riabilitazione posturale
Con questo termine si intendono diverse metodiche che focalizzano l’attenzione su quelle alterazioni dirette o indirette a carico della colonna vertebrale.

Sono tecniche di simmetrizzazione ed autoconoscenza corporea che mirano alla risoluzione delle cause che determinano i disequilibri morfologici secondo una visione globale del corpo visto nella sua unitarietà. Le tecniche prevedono un’attenta analisi del come le tensioni muscolari, presenti in ognuno, possono determinare un’alterazione della simmetria corporea e attraverso il movimento si esercitano i muscoli “dimenticati” per restituire lunghezza, elasticità e benessere alla muscolatura contratta.

La conoscenza del se corporeo assume una particolare rilevanza nel trattamento posturale.Ogni seduta si apre e si chiude con una valutazione della propria morfologia, in diverse posizioni e si tratta di un vero e proprio apprendimento a “sentire” quello che il corpo è in grado di dirci, relativamente alla forma, allo stato dei muscoli e delle articolazioni.

Alcune metodiche prevedono il mantenimento da parte del paziente di posture associate o meno a movimenti lenti e respirazione; altre l’esecuzione di esercizi più attivi che prevedono lo stiramento di quei gruppi muscolari che risultano accorciati.

Elettrostimolazione
Uno dei metodi per raggiungere il benessere fisico si chiama elettrostimolazione e prevede l’uso di un apparecchio che stimola le fibre muscolari attraverso impulsi elettrici a bassa frequenza.
Le contrazioni fisiologiche imposte dall’elettrostimolazione consente ai muscoli, di acquistare volume, forza, resistenza e di bruciare le riserve di grasso localizzato.
Insomma con l’elettrostimolazione è possibile stimolare le fibre muscolari al pari dell’esercizio fisico.
È chiaro, comunque, che l’elettrostimolazione può agire solo su uno o due muscoli alla volta e quindi se è molto utile per riabilitare i muscoli di un arto immobilizzato in seguito ad infortunio, non può sostituire una seduta di allenamento ma solo integrarla validamente.

L’elettrostimolazione è una tecnica che, mediante l’utilizzo di impulsi che agiscono o sui punti motori dei muscoli (motoneuroni) o sui terminali nervosi (impulsi TENS), provoca una contrazione muscolare del tutto simile a quella volontaria.

    • Esistono tre diversi modi di utilizzo:

 

  • Stimolazione muscolare (ideale per lo sviluppo della forza).
  • Stimolazione ai terminali nervosi (ideale per i trattamenti contro il dolore e per quelli estetici).
  • Ionoforesi (ideale per la veicolazione dei farmaci).

Vantaggi dell’impiego dell’elettrostimolazione:

  • Sport: isolamento del gruppo muscolare trattato, salvaguardia delle sistema muscolo-tendineo, risparmio di energia fisica e psicologica, reclutamento di un numero maggiore di fibre muscolari rispetto ad una contrazione volontaria, allenamento di fibre muscolari poco utilizzate nelle normali sedute di lavoro, riduzione dei tempi di recupero, eliminazione del sovraccarico alle articolazioni, miglioramento della circolazione sanguigna, attivazione delle endorfine.
  • Estetica: miglioramento del microcircolo capillare, mobilizzazione dei grassi, tonificazione e rassodamento dei tessuti, drenaggio dei liquidi, aumento del metabolismo e delle attività cellulari, riduzione del grasso dei depositi localizzati e della cellulite.
  • Benessere: riduzione del dolore, innalzamento delle endorfine, mantenimento del tono muscolare.
  • Riabilitazione: trattamento dell’amiotrofia muscolare post-traumatica e post-chirurgica, ripristino della forza muscolare, riequilibrio del controllo propriocettivo, cura delle contratture, recupero motorio.

L’elettrostimolazione muscolare potrebbe essere controindicata nei soggetti affetti da patologia acuta.

E’ da evitare in caso di epilessia, grave osteoporosi o tumore osseo, ipertensione arteriosa, gravidanza, cancro, patologie della pelle, pace-maker, cardiopatie o aritmie (non applicare mai sul cuore), insufficienza renale e sotto trattamento di farmaci Betabloccanti.
I soggetti molto grassi dovrebbero sapere, prima di acquistare un elettrostimolatore, che il tessuto adiposo agisce come isolante, quindi limita l’efficacia degli stimoli elettrici sui muscoli.

Magnetoterapia
Nella magnetoterapia si utilizzano gli impulsi elettromagnetici a bassa frequenza al fine di dare un notevole aiuto nella cura di diverse sintomatologie legate a stati infiammatori o a patologie ossee.

I campi magnetici vengono impiegati nella fisioterapia ormai da qualche decennio perchè gli impulsi elettromagnetici eccitando le cellule aiutano la rigenerazione dei tessuti ossei e cutanei, migliorano la circolazione sanguigna e stimolano la produzione di endorfine da parte del sistema neurovegetativo riducendo in tal modo il dolore che accompagna inevitabilmente lo stato infiammatorio.

La magnetoterapia, infine, stimola l’assimilazione del calcio, importante per le ossa che rinforzandosi saranno meno soggette a fratture o a malattie degenerative.

Gli apparecchi di magnetoterapia generano campi prevalentemente magnetici statici o tempo-variabili con frequenza bassa.

La magnetoterapia è indicata nelle fratture recenti o ritardo di consolidazione, osteoporosi, morbo di Sudeck, pseudoartrosi, artropatie di natura infiammatoria e degenerativa e controindicata nei casi di portatori di pace-maker e gravidanza.

Laserterapia
La laser terapia consiste nell’utilizzare per scopo terapeutico nel settore della fisioterapia gli effetti prodotti dall’energia elettromagnetica generata da due sorgenti di luce laser.
(L.A.S.E.R. = Light Amplification by Simulated Emission of Radiation)

Come si svolge la laser terapia?

In breve e tecnicammente parlando possiamo scrivere che il flusso Laser penetrando i tessuti provoca delle reazioni biochimiche sulla membrana cellulare e all’interno dei mitocondri che inducono diversi effetti tra i quali:

  • Vasodilatazione con conseguente aumento del calore locale,aumento dele richieste metaboliche cellulari,stimolazione neuro vegetativa e modifica della pressione idrostatica intracapillare.
  • Aumento del drenaggio linfatico, attivazione del microcircolo accelera il processo di trasformazione dell’ADP in ATP e del ricambio elettrolitico negli ambienti intra e extra cellulari.

La terapia del dolore è data dall’azione analgesica che viene indotta dall’aumento della soglia della percezione delle terminazioni nervose algotrope e dalla liberazione di endorfine.

L’effetto antiflogistico, antiedema, eutrofico e stimolante è dato dall’aumento del flusso ematico dovuto alla vasodilatazione capillare ed arteriolare.

L’effetto di aumento dell’assorbimento dei liquidi interstiziali e conseguente riduzione degli edemi è dovuto alla modifica della pressione idrostatica intracapillare.

I campi di applicazione della laser terapia:

  • Atralgie di varia natura sia reumatica che degenerativa (epicondiliti,gonalgie con o senza versamento,miositi,poliartriti,sciatagie,lombaggini).
  • Traumatologia generale (distorsioni articolari, tendiniti, tenosinoviti croniche,stiramenti muscolari, ecchimosi,borsiti, entesiti,strappi muscolari, fenomeni artrosici, patologie da sovraccarico, ulcere e piaghe, postumi traumatici…).
  • Riabilitazione motoria post intervento chirurgico,post rimozione di gessature o fasciature rigide.

Alcuni vantaggi della laser terapia:

  • La Laserterapia si basa su effetti fotochimici e fotobiologici nelle cellule e nei tessuti.
  • La luce laser stimola i mitocondri della cellula e la ricarica di energia e la “ripara” nel caso di situazioni traumatiche o degenerative, riportando alla norma la cellula stessa.
  • La laserterapia è indolore, non ha rischi e non è invasiva.

La laserterapia è controindicata nei casi di gravidanza,epilessia e neoplasie.

Tens
TENS (Transcutaneous electrical nerve stimulation) ossia Elettrostimolazione nervosa transcutanea. Nel tens la prima cosa da sapere è che ci sono tre tipi di correnti elettriche che sono usate per la terapia dei disturbi muscolo-scheletrici.

La terapia TENS si basa sull’applicazione, per mezzo di elettrodi, di correnti appropriate i cui microimpulsi eccitano solo le fibre nervose della sensibilità tattile situate sotto la pelle. Praticamente gli elettrodi vengono posti a livello della zona dolorante e coprono la maggior estensione possibile di pelle al di sopra della zona interessata.

L’elettroterapia TENS ha un effetto antalgico attraverso la stimolazione selettiva dei nervi periferici da parte di impulsi elettrici.

La TENS è indicata in numerose patologie come nei dolori radicolari (rachialgie, sciatalgie e cruralgie), nelle nevralgie post-erpetiche, nell’artrite reumatoide, nell’artralgie e mialgie localizzate è importante ricordare inoltre che la terapia TENS è controindicata per i pazienti portatori di pace-maker, nella gravidanza, per la stimolazione peri-cardiaca e qualsiasi allergia accertata alla corrente.

Terapia manuale osteopatica
La terapia manuale viene definita nei modi più svariati. Si possono trovare diverse definizioni su alcuni libri di testo, pubblicazioni, siti internet, ecc… in base alle diverse scuole di pensiero, associazioni e professioni. Queste definizioni sono spesso generiche, e possono arrivare ad includere ogni sorta di tecnica, a patto che sia eseguita con le mani. Si parla quindi di terapia manuale includendo la terapia cranio-sacrale, l’osteopatia, la chiropratica, le manipolazioni, mobilizzazioni e le diverse tecniche di massaggio.
Kinesio Taping
Il kinesio taping e’ un bendaggio adesivo elastico con effetto terapeutico bio-meccanico. Questo metodo, proviene dalla scienza kinesio (movimento) ed è per questo motivo che si usa questo termine. Kinesio Taping, originariamente fu sviluppato in Giappone più di 25 anni fa dal Dr. Kenzo Kase medico chiropratico residente negli U.S.A.

E’ una tecnica basata sul processo di guarigione naturale del proprio corpo, attraverso l’attivazione dei sistemi circolatori e neurologici. Ai muscoli non viene attribuito solamente il compito di muovere il corpo, ma anche il controllo della circolazione dei fluidi venosi e linfatici, temperatura corporea, etc.

La tecnica ha quattro principali effetti fisiologici:

  • Corregge la funzione muscolare. Kinesio Taping è efficace nel ripristinare la giusta tensione muscolare: facilita o inibisce la contrazione muscolare (dipende dalla tecnica utilizzata).
  • Aumenta la circolazione del sangue / linfa. L’applicazione del Kinesio Taping provoca delle convoluzioni sulla pelle che sollevandosi favoriscono il drenaggio linfatico.
  • Riduce il dolore. L’attenuazione neurologica del dolore avviene per riduzione della pressione e dell’irritazione sui recettori cutanei, grazie ad un riequilibrio della attività linfatica.
  • Assiste nella correzione di allineamento dell’articolazione. La dislocazione di un’articolazione, dovuta alla tensione muscolare anormale, può essere corretta dal Kinesio Taping tramite il recupero della funzione e della fascia muscolare.
Linfodrenaggio
Con il termine linfodrenaggio ci si riferisce a tutto un insieme di tecniche manuali (anche se attualmente, come vedremo più avanti, è possibile ricorrere anche a macchinari più o meno sofisticati) che permettono il drenaggio della linfa* all’interno dei vasi linfatici.

Il linfodrenaggio viene utilizzato principalmente nel trattamento degli edemi; questi ultimi sono spesso provocati dall’accumulo eccessivo di liquido interstiziale; le cause di tale accumulo possono essere le più svariate e non sempre, come vedremo, il linfodrenaggio può essere utilizzato.

Molti considerano il linfodrenaggio come una specie di massaggio, ma, secondo i suoi sostenitori, il linfodrenaggio si distingue dal massaggio in quanto i suoi effetti verrebbero esplicati a livello di cute e sottocute senza interessare le fasce muscolari.
Il linfodrenaggio ha origini antichissime, ma per quanto riguarda la medicina occidentale, il primo a gettarne le basi fu un chirurgo austriaco vissuto a cavallo tra i secoli XIX e XX, Alexander Winiwarter.

La sua tecnica era basata su tre procedure:

  • Massaggio leggero con direzione da prossimale a distale.
  • Compressione.
  • Elevazione delle estremità al fine di favorire il deflusso linfatico.

La metodica di Winiwarter non ebbe particolari riscontri, ma diversi anni più tardi gli studi del chirurgo austriaco furono ripresi e approfonditi da un dottore in filosofia, Emil Vodder e da allora il linfodrenaggio ha conosciuto costanti notorietà e diffusione.

Il linfodrenaggio viene praticato attraverso delle specie di “carezze” effettuate in modo da non recare danno alle strutture dei capillari sanguigni e linfatici.

Per effettuare correttamente determinate manovre è ovviamente necessaria una notevole conoscenza dell’anatomia dell’apparato linfatico e di come siano dislocate le varie strutture all’interno del corpo.

Uno dei principi chiave del linfodrenaggio è quello che i movimenti non debbano essere mai fatti dalla periferia verso il centro perché ciò potrebbe danneggiare la struttura trattata.

Le manovre che vengono effettuate tendono a smuovere la linfa spingendola verso gli sbocchi naturali. Sostanzialmente le fasi sono tre: appoggio, spinta e rilassamento. Il ritmo dei movimenti è caratterizzato da una certa lentezza.

Panca Fit
Il termine Pancafit indica un attrezzo brevettato costituito da due piani inclinati ed utilizzato per realizzare il metodo dell’allungamento muscolare globale decompensato (altrimenti indicato come AMDG).

Si tratta di un’interessante variante dello stretching, utile in caso di particolari problemi di postura.

Alcuni erroneamente pensano di poter estendere il metodo a tutti i soggetti, in particolare agli sportivi, proponendo il metodo per prevenire gli infortuni e migliorare la prestazione.
In realtà non è così.

PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI
La scienza sportiva si è ormai sintonizzata sul vero problema degli infortuni: il sovraccarico. A prescindere da soggetti sfortunati (che sono una percentuale minima) con evidenti e gravi squilibri congeniti, l’atleta si infortuna perché pretende troppo (qualità o quantità o, peggio, entrambe) dal proprio fisico. Succede agli amatori come ai giocatori di serie A, che pure dovrebbero essere seguitissimi. Se il soggetto tende a dare il massimo ha una probabilità di infortunio X.

Se si migliora la sua postura, si aumenta la sua elasticità, si aumenta la sua forza muscolare ecc., l’atleta tenderà sempre e comunque a dare il massimo, andrà forse più forte, ma la probabilità di infortunarsi resterà sempre X. Il semplice concetto del sovraccarico spiega gli oltre sessanta studi americani degli ultimi due anni che hanno mostrato come lo stretching (in tutte le sue varianti) non previene gli infortuni (La verità scientifica sullo stretching). I sostenitori dell’AMDG e di Pancafit sostengono che la percentuale di guarigione è del 90%, ma tale eprcentuale è vantata da molti terapeuti.

Il problema è che il concetto di guarigione è fuorviante per diversi motivi:

  • Una grande percentuale (circa il 50%) di infortuni guarisce semplicemente con il riposo!
  • Un atleta infortunato spesso (circa il 30% dei casi) ha peggiorato la situazione con strategie dubbie (tipo “correre sul dolore”); una volta corrette le quali qualunque “metodo” funziona!
  • Si deve accettare il fatto che la carrozzeria dell’atleta più di tanto non può sopportare (concetto di distanza critica); il 20% degli infortuni è dovuto al fatto che il soggetto non accetta la sua distanza critica.
  • Molti terapisti considerano guarito un soggetto semplicemente perché non si fa più vedere senza avvertire il terapeuta dell’inefficacia della terapia (effetto fuga, presente nella metà dei casi di infortuni non risolti)!

MIGLIORAMENTO DELLA PRESTAZIONE
Sicuramente con i metodi che migliorano l’elasticità (o la postura) si possono avere dei benefici, ma non bisogna illudersi più di tanto. Se l’elasticità non è il collo di bottiglia del “sistema atleta”, è illusorio sperare di migliorare. Se fosse vero che la prestazione può sistematicamente migliorare con l’applicazione di un metodo, l’applicazione del metodo porterebbe al frantumarsi di decine di record mondiali e nazionali. Perché ciò non accade? Può essere vero che casi molto particolari possano essere aiutati da una strategia fisioterapica a tal punto da avere un miglioramento della performance (record), ma restano casi isolati, percentualmente non significativi. Quindi anche l’uso di Pancafit a questo scopo è difficilmente giustificabile.

CURA DI PATOLOGIE ORTOPEDICHE, SPORTIVE E NON
È scorretto pensare che ogni problema dipenda da un’errata postura (come che ogni problema si risolva con un plantare o che tutto dipenda dalla muscolatura insufficiente ecc.): esistono almeno dieci cause principali predisponenti a un infortunio e almeno l’80% degli infortuni dipende solo ed esclusivamente dal sovraccarico. Tra l’altro, è anche ottimistico che l’AMGD possa risolvere ogni mal di schiena: nella maggior parte dei casi la lombalgia grave è dovuta a un’alterazione anatomica (per esempio una protrusione) che ovviamente nessun metodo può risolvere; al più, modificando la postura, possono diminuire gli effetti dell’alterazione anatomica (in altre parole, non si sente dolore), ma ciò ovviamente non è sicuro.

Esame Baropodometrico
Oggi lo studio del piede e del passo viene compiuto con tecnologie avanzate.
L’esame baropodometrico, statico e dinamico, è volto a prevenire l’insorgere di complicazioni che possono riflettersi sulla struttura corporea, perché fornisce informazioni sulle pressioni scambiate tra piede e terreno, la stabilità, la distribuzione del peso corporeo, i sovraccarichi metatarsali, digitali, displasia conegenita dell’anca, ginocchio valgo, piede torto congenito, piede piatto, piede cavo, piede pediatrico, piede diabetico, artrosi, artrite reumatoide, ostecondrosi.

Il sistema, tramite la valutazione approfondita dello svolgimento del passo, evidenzia alterazioni deambulatorie derivate da problemi del piede, ed è infatti richiesto dagli specialisti nella valutazione periodica dei pazienti per affinare meglio la diagnosi e per dare più precise indicazioni terapeutiche.

La valutazione baropodometrica è indispensabile per studiare il comportamento del piede in condizioni statica, dinamica e per impostare la costruzione del plantare ortopedico: essa è indicata sia per il piede pediatrico (piattismo, varismo, valgismo), che per l’adulto con problemi di appoggio (metatarsalgie, talloniti, fasciti ecc.), oltre ai soggetti diabetici con problemi vascolari e negli sportivi ove i disturbi da sovraccarico sono molto frequenti, ma può essere utile a tutte le persone che hanno problemi alle estremità o di deambulazione, o di deformazione (alluce valgo, dita a martello, dita a griffe).

Il baropodometro computerizzato è l’unico sistema all’avanguardia, costituito da un’elettronica che ha superato test di utilizzo di oltre 10 anni.
Il vantaggio che questa metodica offre è quella di poter rilevare i valori delle pressioni del piede in maniera innocua per il paziente. I dati ottenuti sono precisi, istantanei, e totalmente ripetibili, consentendo una valutazione dettagliata dell’interazione suolo-piede.

La Pedana baropodometrica, apparecchiatura che rileva le pressioni plantari sia in stato di moto che di quiete, oggi è modulare, di concezione tecnologica avanzatissima, costituita da una piattaforma fornita di sensori capacitivi, collegata ad un computer ed un softwere di calcolo, presenta in forma chiara e comprensibile le immagini attraverso le quali è possibile studiare molteplici parametri sia numerici che grafici ottenuti dai due differenti esami.

Tecar Terapia
Tecar è la nuova frontiera della fisioterapia applicata al mondo dello sport professionistico e nel campo del benessere. La Tecarterapia rappresenta una svolta rivoluzionaria nella patologia traumatologica non chirurgica, nella patologia osteoarticolare e dei tessuti molli.

Tecar è fonte di nuova energia biocompatibile: l’efficacia della Tecarterapia si basa, infatti, sulla possibilità di trasferire energia biocompatibile ai tessuti lesi, inducendo all’interno le cosiddette correnti di spostamento. Ripristina la fisiologia tissutale mediante l’ipertermia (incremento della temperatura interna) profonda e l’innalzamento del potenziale energetico delle cellule dei tessuti trattati.

Tecar garantisce tempi ridotti di trattamento e risultati immediati e stabili, perché è basata sulla stimolazione e il rafforzamento delle capacità riparative dei tessuti.

Tutta la fase operativa del trattamento viene eseguita manualmente quasi come un massaggio; non servono strumentazioni automatiche di controllo o misuratori elettronici in quanto si tratta di una terapia fisica naturale.

Infatti la tecnologia dell’apparecchiatura trasforma il massaggio manuale effettuato dall’operatore; il massaggio acquista una qualità nuova diventando più profondo e fortemente stimolante, grazie all’intensa riattivazione del microcircolo, linfatico e sanguigno.

Tecar svolge in sintesi tre azioni fondamentali:

  • Una immediata ed efficace azione analgesica che avviene agendo sulle terminazioni nervose.
  • Un’azione drenante dei tessuti.
  • Una stimolazione funzionale del circolo periferico attraverso l’incremento della temperatura endogena.

Tecar, in sinergia con la terapia farmacologica praticata a scopo antalgico e antinfiammatorio, ne potenzia l’azione, soprattutto mirata all’eliminazione del dolore e dell’edema.

Grazie alla flessibilità della Tecarterapia, è possibile ripetere più sedute nella stessa giornata o prolungare la stessa seduta nei casi in cui sia necessario ottenere risultati ancora più rapidi, come per esempio negli sportivi professionisti.

Inoltre, la tecarterapia risulta altamente efficace nella cura della cellulite, poiché aumenta la velocità del flusso ematico, generando una necessità locale di ossigeno che favorisce l’attività del metabolismo: ciò avviene poiché la temperatura all’interno dei tessuti viene aumentata, riattivando così il metabolismo dei grassi e restituendo fluidità al liquido in cui sono immerse le cellule. Ripristinato il corretto metabolismo, per il corpo è più facile combattere la formazione della cellulite.

Tecar è in grado di trattare con efficacia e in tempi brevi le patologie di:

  • Mani.
  • Spalla.
  • Anca.
  • Ginocchio.
  • Caviglia.
  • Colonna vertebrale.

Patologie dolorose infiammatorie, osteoarticolari e muscolari quali rizoartrosi, epicondilite e epitrocleite, S. del tunnel carpale, S. da conflitto sub-acromiale, fascite plantare, metatarsalgia. Cervicalgia, cervicobrachialgia, lombalgia e lombosciatalgia. Lesioni traumatiche acute o postumi di fratture. Nel postchirurgico protesico. Medicina estetica (cellulite).

Alcune precauzioni vanno prese nei soggetti portatori di pacemaker, nelle persone insensibili alla temperatura e nelle donne in gravidanza.